La conversione del parco auto attuale con vetture elettriche

potrebbe garantire nelle principali città italiane meno morti e una diminuzione significativa dei relativi costi sociali: in sostanza elettrico significherebbe minor inquinamento e quindi vantaggi in termini di salute dei cittadini. È questo il risultato di uno studio congiunto del CNR e dell’associazione Motus-E.

Lo studio in particolare si è soffermato sull’effetto delle emissioni in atmosfera e della ricaduta al suolo degli inquinanti primari e secondari in cinque diverse città italiane: Torino, Milano, Bologna, Roma e Palermo, che vengono analizzate in due scenari temporali, 2025 e 2030. La ricerca evidenzia come, uno scenario di ricambio dell’attuale parco auto circolante con veicoli elettrici, contribuisca in maniera determinante alla riduzione delle concentrazioni degli inquinanti locali, come NO2 (biossido di azoto).

L’attenzione è stata posta sul biossido di azoto perché stando ad uno studio pubblicato sul British Medical  concentrazioni nell’aria ridotte e nei limiti di legge, sono direttamente associate a un aumento di mortalità dovuta a patologie cardiovascolari e respiratorie. La mobilità  può senza dubbio aiutare alla diminuzione delle emissioni. In uno scenario del 2030 si ipotizza un meno 74% a Palermo, fino ad un massimo dell’89% a Roma.
Significativa, ma non altrettanto decisiva la riduzione delle polveri sottili PM10. Nello scenario 2030 la riduzione varierebbe di un range compreso tra  tra  meno 34% e meno 46%.

Motus-E e CNR-IIA hanno inoltre proposto 13 interessanti azioni che si consiglia di mettere in pratica sia a livello nazionale che locale per una migliore transizione verso l’elettrificazione della mobilità cittadina, con il conseguente miglioramento della qualità dell’aria e quindi della salute dei cittadini.

Di seguito l’elenco:
1. Fissare il termine ultimo per la vendita delle auto endotermiche.
2. Potenziare le reti cittadine di distribuzione elettrica, di trasmissione dati, del TPL e di ricarica dei veicoli seguendo un modello di Smart City e inter-connetterle nei loro nodi di scambio.
3. Riduzione Auto Private.
4. Trasporto Pubblico a zero emissioni.
5. Predisporre una logistica urbana sostenibile delle merci a basso impatto e con veicoli elettrici di intesa con gli operatori.
6. Fondo per lo sviluppo di una rete nazionale di infrastrutture di ricarica ad accesso pubblico.
7. Realizzare infrastrutture di ricarica nei centri logistici e nei rimessaggi dei veicoli merci.
8. Rivedere le Linee guida Ministeriali sui PUMS e integrare maggiormente nei Piani Urbani l’elettrificazione dei mezzi come misura per il miglioramento della qualità dell’aria nelle città.
9. Nell’ambito del PNRR richiedere maggiori investimenti per un’adeguata rete di mobilità urbana e regionale elettrica.
10. Investire in ambito industriale automotive per la riconversione elettrica.
11. Potenziare gli studi scientifici sulle fonti dell’inquinamento atmosferico.
12. Ampliare le indagini sulle correlazioni epidemiologiche e gli effetti sulla salute e quindi stabilire una relazione tra le emissioni di inquinanti in tutti i settori influenti e gli effetti sulla salute umana e gli impatti economici.
13. Attuare il Piano di Azione contenuto all’interno del Protocollo Aria Pulita sottoscritto a Torino a giugno 2019.
Il tutto nella speranza di arrivare al 2030 con emissioni nettamente diminuite così come la mortalità dovuta all’inquinamento.