La notizia era attesa da mesi da Case costruttrici, operatori del settore e consumatori: con una decisione che si annuncia storica: il Parlamento europeo ha sancito lo stop alle vendite di auto nuove diesel, benzina e gpl nell’Unione europea dal 2035. L’Istituzione legislativa europea ha così confermato la decisione della Commissione, bocciando invece la proposta che prevedeva la riduzione delle emissioni di CO2 del 90% invece che del 100%.

Fit-for-55
Il provvedimento rientra nel pacchetto denominato Fit-for-55 definito dalla Commissione europea: l’obiettivo è di arrivare al taglio delle emissioni nell’Ue del 55% entro il 2030 rispetto al 1990, per raggiungere la neutralità climatica al 2050. Il testo approvato dal Parlamento farà ora da base negoziale per il cosiddetto trilogo composto dal Parlamento stesso, Commissione e Consiglio europeo.
Oltre al blocco delle vendite delle auto con motori endotermici è stata approvata una deroga molto importante per il mercato automotive nazionale che interessa i piccoli produttori di auto della “Motor Valley” con sede principalmente in Emilia-Romagna.  La deroga prevede infatti uno spostamento dal 2030 al 2036 per i produttori di auto fino a 10 mila unità l’anno e di furgoni fino a 20 mila unità.

Mercato ETS
Altro punto fondamentale all’ordine del giorno era relativo alla riforma del mercato ETS (Emission trading scheme), ossia la Borsa delle emissioni dei gas serra. Istituita con la Direttiva 2003/87/CE  ETS prevede che dal primo gennaio 2005 gli impianti grandi emettitori dell’Unione Europa non possano funzionare senza un’autorizzazione alle emissioni di gas serra. Ogni impianto autorizzato deve compensare annualmente le proprie emissioni con quote che possono essere comprate e vendute dai singoli operatori interessati. 
Oltre all’ETS sul tavolo della trattativa vi erano anche la Carbon Tax e il Social climate fund; la prima consiste in una proposta di tassazione sull’import europeo di prodotti ad alta densità di carbonio. La seconda consiste invece in un fondo sociale per i soggetti più colpiti dai nuovi regolamenti in tema ambientale.
Tutte e tre le misure sono state respinte e rimandate alla Commissione Ambiente dopo che il confronto tra gli schieramenti in Parlamento è stato a tratti duro e serrato.