Promette di ridurre le emissioni di CO2 ed il rischio di mortalità in caso di incidente.

In molti paesi europei la riduzione dei limiti di velocità in città è un tema di grande attualità, spinto dalla necessità di aumentare la sicurezza stradale e ridurre l’inquinamento atmosferico.
La proposta di abbassare il limite di velocità massimo a 30 km/h nelle strade cittadine, sulla spinta dell’UE, torna alla ribalta anche in italia.
L’idea non è assolutamente nuova: se ne parla ormai da diversi mesi, forse anche anni. Un intervento tanto piccolo (la riduzione sarebbe soltanto di 10 km orari) quanto estremamente sconvolgente per le parti chiamate in causa.

Nelle strade cittadine si viaggia a 30 km/h
Un provvedimento già intrapreso da Palazzo Marino a gennaio 2023 e che entrerà in vigore a tutti gli effetti nella città di Milano nel gennaio 2024 (se ti sei perso l’approfondimento puoi leggerlo cliccando qui).
Sempre più organizzazioni, tra cui le Nazioni Unite e l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’Unione Europea ed altre come la FIAB (Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta) e l’ECF (European Cyclist Federation), promuovono l’adozione di limiti di velocità più bassi in città promettendo un miglioramento della qualità dell’aria, zone più verdi, vivibili e sicure a misura anche di pedoni e ciclisti.
L’abbassamento dei limiti di velocità in città potrebbe, inoltre, contribuire a cambiare la cultura della mobilità urbana, spostando l’attenzione dal possesso dell’auto al suo utilizzo effettivo. Allo stesso tempo potrebbe rendere meno attraente l’uso dell’auto in città ed incoraggiare quindi l’utilizzo di mezzi di trasporto più sostenibili come biciclette, mezzi pubblici o il più semplice camminare.

Emissioni di CO2
Parliamo in questo caso di autostrada: la riduzione di soli 10 km orari, dai 120 attuali ai 110 ipotizzati, permette un risparmio di carburante fino al 18% ed un’istantanea riduzione delle emissioni di CO2.
Il comparto trasporti è infatti responsabile di un’importante quota di emissioni di gas serra che, nel giro di vent’anni (più precisamente dal 1990 al 2010), sono aumentate del 25%.

I tempi di viaggio
Prendiamo in questo caso uno studio realizzato nella metropoli di Madrid, dove si è registrata una velocità media di 16,1 km orari nelle zone con limite di 30 e di 16,2 km orari nelle zone con limite di 50. In autostrada i numeri non sembrano cambiare: intraprendere un viaggio di 200 km con velocità media di 110 km orari allunga i tempi di percorrenza di soli 9 minuti rispetto allo stesso viaggio con velocità media di 120 km orari. Parliamo, quindi, di una manciata di minuti che però comporta benefici ambientali ed enormi vantaggi in fatto di sicurezza e minore usura del veicolo.

La sicurezza
È largamente dimostrato che, con una velocità al di sotto dei 30 km orari, il rischio di mortalità per i pedoni in caso di impatto si riduce addirittura dell’80%. Viaggiando inoltre ad una velocità poco sostenuta si riduce, ovviamente, anche lo spazio di arresto del veicolo: ai 30 all’ora lo spazio è di circa 13,5 mt mentre ai 50 all’ora è di ben 27,5 mt.
Un altro studio arriva direttamente da Londra: dall’analisi emerge che tutti gli incidenti mortali che hanno coinvolto ciclisti si sono verificati su strade con velocità consentita di 48 km orari. Dati alla mano, un pedone (o ciclista) investito a 60 o più km orari non sopravvive nel 90% dei casi; se la stessa dinamica si verifica a 30 km orari non sopravvive soltanto il 3%.

Quindi, solo vantaggi?
Sembrerebbe di no. Dalla parte dei contrari si alzano voci di protesta: dal necessario cambio di tutta la segnaletica stradale all’allarme per gli ingorghi che si verranno a creare e che, paradossalmente, potrebbero aumentare le emissioni di CO2.