In vista della deadline del 2035, stabilita dall’Unione europea e confermata dal CITE, Comitato interministeriale per la transizione ecologica, per lo stop alla vendita di mezzi alimentati a benzina e diesel, le flotte aziendali presentano una percentuale di mezzi elettrici in lenta ma progressiva ascesa. Una scelta obbligata che porta le aziende a confrontarsi con nuove dinamiche e, in particolare, con la gestione della ricarica delle vetture elettriche della propria flotta. 

Un punto delicato, quello della ricarica dei  veicoli elettrici, che attualmente contribuisce a rallentare la diffusione: ma quali sono i tempi, i costi e soprattutto i vantaggi?

Per prima cosa è necessario fare un po’ di chiarezza: un autoveicolo perché si possa definire a “emissioni zero” non solo deve essere elettrico ma deve essere ricaricato attraverso fonti rinnovabili. In un’ottica aziendale tutto questo si traduce nell’installazione di un’infrastruttura di ricarica, che può raggiungere in autonomia l’obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2, se abbinato a un impianto di autoproduzione di energia come il fotovoltaico. In questo modo sarebbe possibile coniugare le esigenze di un’azienda con i tempi di ricarica. L’inchiesta “La carica dei 102”, sottolinea infatti come il 57% dei veicoli aziendali percorre meno di 100 km al giorno: una distanza sostenibile dalle attuali batterie, i cui tempi di ricarica si attestano intorno alle 5 ore in media con un costo medio di circa 4 € per ciclo di ricarica.

 I vantaggi di una flotta aziendale elettrica a emissioni zero sono molteplici:

      • economici, con un risparmio sui costi di rifornimento, oltre a quelli legati alle agevolazioni sul bollo statale e alla manutenzione dei mezzi;
      • di mobilità, con la possibilità di accedere gratuitamente alle ZTL nelle aree urbane e alla presenza di parcheggi riservati;
      • etici, andando ad impattare direttamente sul futuro sostenibile e green del pianeta;

Ad oggi la grande maggioranza dei mezzi che compongono le flotte aziendali sono ancora alimentati con combustibili fossili. Una situazione dovuta ad un cambiamento culturale e organizzativo che ancora deve essere assimilato e che non tocca solamente le aziende ma, in primo luogo, il mercato energetico nazionale ancora per lo più fondato su fonti di energia non rinnovabili.