Digitale, Green e  Innovativo: è con questi tre presupposti che Mobility as a service si propone di diventare il protagonista della mobilità urbana 4.0. Promosso dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), il MaaS rappresenta la nuova concezione dell’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblici e privati nelle aree urbane, che, attraverso l’utilizzo di un’unica applicazione, permetterà a singoli utenti e ad aziende di  pianificare, prenotare e pagare i propri spostamenti in città.

Il Maas è la risposta del MIT (Ministero per l’Innovazione e la Transizione digitale), all’interno della strategia “Italia Digitale 2026”, alla sempre maggiore richiesta da parte di residenti e viaggiatori nelle aree urbane di un unico strumento digitale in grado di confrontare l’offerta, in termini di costi e disponibilità, fornita dai mezzi di trasporto disponibili come metro, bus, treno, taxi, incrementando la personalizzazione e la flessibilità degli stessi servizi presenti.

Chiave di volta del progetto sarà quindi la realizzazione di un’App dedicata che permetterà di gestire la di mobilità a 360 gradi, candidandosi a diventare strumento integrante della quotidianità del cittadino.

Oltre che una forte impronta digitale, il Maas racchiude una vera e propria svolta Green nel rapporto tra la Mobilità e Città: attraverso la riduzione dell’utilizzo dei mezzi di trasporto privati e l’utilizzo di forme di mobilità condivisa come car e bike sharing, si punta a una decrescita dei livelli di inquinamento nei centri urbani. Un aspetto, quest’ultimo, che tocca in modo sempre più sensibile soprattutto le nuove generazioni.

Sono stati tredici i Comuni capoluoghi di Regione a presentare la propria manifestazione di interesse entro i tempi previsti: Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino e Venezia; in una prima fase solamente tre saranno selezionati e potranno accedere ai fondi previsti dal PNRR dopo aver presentato i propri progetti per il Servizio; in un secondo momento se ne affiancheranno altri sette che potranno sfruttare l’esperienza dei Comuni apripista.