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FRINGE BENEFIT E DECRETO BOLLETTE 2025: TRA NOVITÀ E INCERTEZZE
Per i veicoli aziendali ordinati entro il 31 dicembre 2024 si applica il regime fiscale precedente in materia di fringe benefit.
Per i veicoli aziendali ordinati entro il 31 dice mbre 2024, anche se consegnati entro il 30 giugno 2025, si applica ancora il regime fiscale precedente in materia di fringe benefit. Tuttavia, la mancata approvazione di alcuni emendamenti chiave ha riacceso il dibattito sul futuro della tassazione delle auto aziendali.
Negli ultimi giorni, il Decreto Bollette 2025 è tornato al centro dell’attenzione del dibattito politico ed economico, in particolare per le implicazioni sulla fiscalità dei veicoli aziendali concessi in uso promiscuo ai dipendenti. Il provvedimento prevede una revisione significativa del trattamento dei fringe benefit, con possibili impatti su molte imprese italiane.
Con l’avvicinarsi della seconda metà del 2025, le aziende si trovano ad affrontare un’importante fase di transizione. L’introduzione di nuove aliquote penalizzanti per i veicoli termici e ibridi tradizionali ha sollevato dubbi e perplessità, spingendo alcuni attori istituzionali a proporre emendamenti finalizzati a introdurre deroghe temporanee.
“Questa incertezza normativa non aiuta né le imprese né l’ecosistema della mobilità. Le flotte aziendali si pianificano con mesi, talvolta anni di anticipo, e ogni cambiamento retroattivo sulle regole fiscali crea un danno concreto alle strategie già in corso.” — Luca De Pace, CEO di Consecution Group
Il nodo degli emendamenti respinti
Su 323 emendamenti presentati alla Commissione Finanze, ben 84 sono stati dichiarati inammissibili. Tra questi, anche quello che proponeva di escludere dall’applicazione delle nuove aliquote fringe benefit i veicoli ordinati entro il 2024 ma consegnati nel 2025. Il testo, presentato dal Presidente della Commissione Finanze Marco Osnato (FdI), avrebbe rappresentato un importante strumento di tutela per le aziende che avevano già pianificato l’acquisto di auto aziendali con regole fiscali oggi superate.
Il rigetto dell’emendamento ha sollevato critiche, soprattutto nel mondo delle imprese. La norma avrebbe evitato un aggravio fiscale per numerose realtà aziendali, garantendo continuità rispetto agli impegni contrattuali già assunti.
Confermata una deroga parziale: consegna entro giugno 2025
Nonostante l’inammissibilità degli emendamenti, un’interpretazione prevalente del Decreto conferma che i veicoli ordinati entro il 31 dicembre 2024, se consegnati entro il 30 giugno 2025, continueranno a essere tassati secondo le regole vigenti fino al 2024. Rimane escluso, invece, chi non riceverà la vettura entro quella data: a partire dal 1° luglio 2025, si applicheranno in pieno le nuove aliquote anche ai veicoli contrattualizzati nel 2024 ma consegnati oltre il termine previsto.
“È giusto promuovere soluzioni a basso impatto ambientale, ma serve equilibrio: la sostenibilità ambientale deve andare di pari passo con quella economica. Altrimenti, rischiamo di rallentare la transizione invece di accompagnarla in modo responsabile e concreto.” — Luca De Pace, CEO di Consecution Group
Prospettive future: transizione ecologica e sostenibilità fiscale
Il mancato accoglimento di alcune modifiche ha sollevato interrogativi sull’equilibrio tra obiettivi ambientali e sostenibilità economica per le imprese. Se da un lato il nuovo regime fiscale punta ad accelerare l’elettrificazione delle flotte, dall’altro rischia di penalizzare aziende che non sono ancora pronte a un cambio così radicale.
In occasione del MissionForum 2025 è stato evidenziato come la transizione verso veicoli a zero o basse emissioni richieda una pianificazione strategica, accompagnata da incentivi coerenti e regole chiare. Le stime di copertura economica fornite dal governo – 8,3 milioni di euro nel 2025 e 9,5 milioni nei due anni successivi – lasciano intravedere un possibile margine per ulteriori interventi correttivi
Resta da chiarire un nodo tecnico cruciale: la definizione del momento che determina il regime fiscale applicabile. Secondo ANIASA, il criterio guida dovrebbe essere l’ordine del veicolo e non la consegna, poiché quest’ultima può subire ritardi non imputabili né al datore di lavoro né al dipendente.
«Ci troviamo in una fase cruciale per la mobilità aziendale: la transizione verso soluzioni sostenibili deve essere gestita senza generare oneri insostenibili per le imprese. Consecution Group si impegna a fornire supporto strategico e operativo alle aziende, accompagnandole efficacemente in questo processo di cambiamento.» — Luca De Pace, CEO di Consecution Group

