Presentato agli Electric Days lo studio della Fondazione Caracciolo che analizza il Carbon Footprint delle auto elettriche nel loro intero ciclo di vita.

Quanto inquina un’auto elettrica dalla sua produzione sino alla sua rottamazione? Quanta CO2 emette in confronto a un’auto con motore endotermico? Ed infine, esistono realmente veicoli ad emissioni zero? A queste importanti domande relative alla mobilità elettrica ha cercato di dare una risposta concreta lo studio realizzato dalla Fondazione Caracciolo (Centro Studi dell’ACI) e dal CARe Center for Automotive Research and Evolution dell’Università degli Studi Guglielmo Marconi.

Auto elettrica ai raggi X
La ricerca intitolata “
Le variabili emissive dell’auto elettrica: ricarica, utilizzo e stili di guida” è stata presentata nel corso degli Electric Days, l’evento sulla transizione energetica svoltosi al MAXXI di Roma dal 21 al 23 aprile scorso. Nello specifico è stato analizzato l’impatto ambientale prodotto da un’auto elettrica prendendo in considerazione il suo intero ciclo di vita. Valutando cicli reali di guida sono state considerate specifiche tipologie di utenza: dal manager aziendale con sistema di ricarica connesso all’impianto fotovoltaico domestico al nucleo familiare che per la ricarica del veicolo si affida alla rete sul suolo pubblico.

Le principali fonti di emissioni di CO2
Incrociando i dati raccolti si evince come i principali processi che contribuiscono all’emissione di CO2 siano legati alla fase produttiva del veicolo:

  • l’estrazione delle materie prime finalizzate alla creazione delle batterie;
  •  il mix energetico utilizzato per la fase costruttiva del veicolo;

Il mix energetico utilizzato
Proprio sullla combinazione di materie prime energetiche utilizzate in fase di produzione bisogna fare delle ulteriori distinzioni:

  • in base al paese di produzione: tra Cina e Italia, per la produzione del medesimo veicolo, vi è un consumo maggiore di circa il 35%;
  • alla tipologia di veicolo: un’auto di segmento D supera, in termini di Carbon Footprint, di circa il 40% un veicolo di segmento A.

Gli scenari elaborati
In base a queste varianti, sono stati così elaborati due scenari, uno attuale e uno prospettico: in questo modo l’acquirente può valutare l’impronta ecologica della vettura in funzione dei modelli di utilizzo e di ricarica che andrà ad applicare.

Considerando un range che analizza la migliore e la peggiore casistica possibile, si evince che le emissioni prodotte da un’auto elettrica, nel suo intero ciclo di vita, oscillano da un minimo di 5,5 g/km per una smart elettrica ad un massimo di 155 g/km di CO2. Confrontare questi valori con un’auto dotata di motore endotermico non è semplice vista la mancanza di studi specifici; tuttavia è possibile fare una stima approssimativa: per una smart benzina il range di valori va da 146 g/km a oltre 250 g/km di CO2.

A chiosare sulla ricerca è stato Francesco Ciro Scotto, Coordinatore studi e ricerche della Fondazione Caracciolo: “Il grande obiettivo è la decarbonizzazione;  lo studio evidenzia l’importanza di sostenere lo sviluppo delle fonti rinnovabili. La crescita della domanda energetica non supportata da un’immediata sostituzione delle fonti fossili con quelle rinnovabili ha un impatto importante sui consumi di gas, producendo un circolo vizioso senza fine”.